Heritage

FONTI ARCHIVISTICHE

Lo studioso trova oggi disponibili numerosi strumenti di lavoro che consentono di orientarsi nella ricerca archivistica.
Le fonti archivistiche sono prima di tutto gli archivi storici, che conservano le tracce dell'attività di un ente, di un'istituzione, ma anche di una famiglia o di una singola persona. Gli archivi sono consultabili, e quindi possono essere utilizzati a scopo di ricerca, solamente se sono ordinati e inventariati. Bisogna a questo punto spendere alcune parole per spiegare che cosa siano gli archivi.
L'archivio è un complesso di documenti che si crea attraverso l'attività di una persona fisica o giuridica e ne è la testimonianza. La nascita e lo sviluppo di un archivio non sono perciò volontari, non dipendono cioè dalla volontà di una persona che desidera creare l'archivio, ma avvengono in modo automatico, diversamente da quanto avviene per le biblioteche o per le collezioni di opere d'arte. Nella collezione la volontà del collezionista è l'elemento costitutivo fondamentale, nell'archivio la realtà è diversa. L'archivio si forma per finalità pratico-amministrative e mantiene un ordine che riflette esattamente l'attività dell'ufficio o della persona che lo costituisce. Ogni documento ha una posizione specifica nell'ambito di una pratica e deve conservare quella posizione per mantenere il suo significato. Nessun documento è isolato, ma è legato agli altri dal nesso archivistico, cioè dal legame che unisce tutti i documenti di un archivio. Una logica particolare hanno gli archivi familiari, dove accanto ai documenti di natura amministrativa, espressione di un'attività di rilevanza giuridica, si hanno altri documenti conservati come memoria di persone e avvenimenti. Si tratta sempre peraltro di documenti che attestano un'attività pratica o intellettuale, rapporti umani, viaggi, fatti della vita privata. L'archivio è costituito quindi dai documenti. Il concetto di documento si può esprimere con la definizione data dal Grande Dizionario della lingua italiana curato da Salvatore Battaglia: il documento è "ogni mezzo (in particolare, e originariamente una scrittura) che consenta di tramandare la memoria di un fatto, provandone l'esattezza e la modalità. Soprattutto l'atto giuridico che si concreta in una scrittura".
Lo strumento fondamentale della ricerca archivistica è l'inventario.
Nell'uso degli inventari bisogna tener conto del fatto che la metodologia di ricerca del settore archivistico è radicalmente diversa da quella propria delle biblioteche. Mentre il catalogo bibliografico ha il compito di descrivere i singoli libri, l'inventario deve descrivere l'insieme dei documenti creati e ricevuti dal soggetto produttore, rappresentando l'attività dello stesso. Non solo, ma l'inventario è uno strumento di ricerca che fornisce, attraverso l'introduzione, informazioni specifiche sulla storia della magistratura o comunque del soggetto produttore della documentazione di riferimento. Oltre agli inventari, per le serie documentarie di particolare rilievo, si compilano i regesti, che sono descrizioni sintetiche di ogni singolo documento o meglio delle azioni che il documento esprime, accompagnate dalla datazione e da altri elementi utili per la ricerca. La forma del regesto è espressa in forma narrativa diretta, al presente indicativo, esprimendo il soggetto che compie un'azione, l'azione, ricavata dal dispositivo del documento, e l'altra persona o le altre persone coinvolte. Il tipo di descrizione è quindi diverso dalla descrizione data nell'inventario.
Alle fonti archivistiche tradizionali, cioè ai complessi documentari di varia natura, oggi sempre più consultati nell'ambito di ricerche di natura storica nell'ambito di numerose discipline, si aggiungono le pubblicazioni degli Archivi di Stato. L'amministrazione archivistica italiana è riuscita a condurre a termine un'operazione di fondamentale importanza, producendo la Guida generale degli archivi di Stato italiani. Quest'opera, in cinque volumi, riunisce le varie voci relative ai singoli archivi. Per ogni archivio si forniscono notizie sull'istituto, con le relative indicazioni bibliografiche, e si elencano i fondi conservati, con le relative serie e con l'indicazione della consistenza e della datazione della documentazione. Viene data ogni notizia utile per la ricerca, come ad esempio, le dispersioni avvenute per qualsiasi motivo, e vengono citati i fondi o gli archivi correlati. Spesso infatti la documentazione relativa ad un'istituzione o ad un territorio si trova suddivisa, per motivi storici, tra più archivi. È questo il caso del materiale documentario relativo al Varesotto, che, per i periodi precedenti la costituzione della provincia di Varese, deve essere reperito, in massima parte, negli archivi di Stato di Milano e di Como, in quanto il territorio dell'attuale provincia di Varese era suddiviso tra le province di Milano e di Como. Ad esempio, nel Fondo di religione dell'Archivio di Stato di Milano si trova il materiale relativo a enti religiosi di numerose località del Varesotto.

Il materiale presente negli archivi di Stato, e riportato nella Guida, è sia la documentazione degli organi dello Stato, pervenuta per versamento, documentazione che comprende quella degli Stati preunitari, sia i fondi depositati presso l'archivio che sono proprietà di enti pubblici o di privati. Questi documenti vengono segnalati tra i fondi dell'Archivio di Stato, ma restano di proprietà dell'ente o della persona che ha ritenuto necessario, per motivi di salvaguardia del materiale, il deposito presso un archivio di Stato. Molta documentazione privata viene invece donata all'Archivio di Stato e diventa parte integrante dei suoi fondi. Negli archivi di Stato troviamo in definitiva una tipologia documentaria estremamente ampia, che va dalla documentazione notarile a quella di provenienza religiosa, dai documenti di provenienza comunale ai fondi di origine privata.
Alla Guida generale si affiancano altre guide, che forniscono gli strumenti per orientarsi nell'universo documentario italiano. Tra queste vi sono la Guida degli archivi diocesani in Italia (1994, 1998), la Guida agli archivi storici delle Camere di commercio italiane (1996) e Archivi di famiglie e di persone. Materiali per una guida, il cui secondo volume, comprendente il materiale relativo alle regioni dalla Lombardia alla Sicilia, è uscito nel 1998, a sette anni di distanza dal primo. In quest'opera vengono segnalati gli archivi familiari, gentilizi e di singole persone.

Nel materiale documentario bisogna tener conto anche del materiale speciale, come le fotografie, le registrazioni sonore e le registrazioni digitali, cioè i documenti su supporto informatico, che sono destinati a sostituire, almeno in parte, la documentazione cartacea. L'accettazione del materiale su supporto informatico come materiale documentario è recente e comporterà in prospettiva una trasformazione di non poca rilevanza nelle tecniche di conservazione archivistica. Infatti, per la prima volta negli archivi italiani, ci si troverà a dover trattare e conservare una documentazione che prescinde ormai completamente dall'uso della carta e pertanto deve essere trattata e conservata in modo differente da quello tradizionale.
Una notevole rilevanza presenta il materiale cartografico. Le carte e le mappe presenti negli archivi sono per lo più manoscritte, spesso colorate, con una simbologia che tende a standardizzarsi nel corso del tempo e che fornisce numerose informazioni sul territorio e sul suo utilizzo economico. In Lombardia, la cartografia dei catasti: il catasto detto teresiano, seguito dal catasto Lombardo-Veneto e dal Nuovo Catasto italiano, rimane una fonte fondamentale per studiare il territorio dal punto di vista fisico, geoantropico ed economico. Ad esempio, nelle mappe, oltre alla rappresentazione degli abitati, si trovano indicazioni relative ai mulini, alle fornaci, ai vari tipi di coltivazione; vi appaiono infine le trasformazioni territoriali dovute ai mutamenti nel corso dei fiumi. Queste raffigurazioni devono essere considerate insieme ai dati compresi nei registri catastali per poter effettuare una ricerca. Infatti le mappe offrono un riscontro visivo ai dati rilevabili attraverso i registri.
Oltre che negli archivi di Stato, di cui abbiamo già parlato e che sono presenti in tutti i capoluoghi di provincia, le fonti archivistiche si trovano conservate in vari istituti e presso privati. Ricordiamo in particolare gli archivi degli enti locali territoriali. I comuni, le province, le regioni dispongono di archivi importanti, che riflettono le ampie competenze dell'ente. Gli archivi storici comunali comprendono spesso documenti di età medievale e documentano la storia economica, politica e sociale delle comunità locali. Si deve notare che i comuni medievali sono stati considerati come piccoli stati preunitari e pertanto i loro archivi sono stati versati negli archivi di Stato competenti per territorio.
Altre fonti importanti sono gli archivi notarili, che sono conservati presso gli archivi notarili distrettuali fino a cento anni dalla morte del notaio e successivamente vengono versati negli archivi di Stato.
Gli archivi ecclesiastici, cioè gli archivi diocesani, parrocchiali, delle chiese, dei monasteri, delle opere pie, delle confraternite, sono entrati a far parte del patrimonio degli archivi di Stato solo a seguito delle soppressioni delle corporazioni religiose. Tutti gli altri archivi ecclesiastici sono strutture ancora funzionanti, gestite secondo le regole del diritto canonico. La consultazione del materiale è regolata dalle disposizioni del concordato.
Grande importanza per la storia economica e sociale hanno anche gli archivi delle corporazioni di arti e mestieri, delle università, delle accademie. Per le ricerche storiche riguardanti l'età moderna e contemporanea le fonti archivistiche relative si trovano anche negli archivi delle associazioni, delle istituzioni scientifiche, dei partiti politici, dei sindacati e delle imprese.